“Il Catanzaro è una ‘sorpresa’, solo per chi non lo ha seguito l’anno scorso e durante queste prime dieci partite“: basterebbero queste parole di Moreno Longo (LEGGI QUI) per dare un titolo, per fotografare la realtà. Non chiamate il Catanzaro più “matricola”, o “sorpresa”, perché sono rimasti in pochi a pensarla così.
Ad onor del vero, questa nomenclatura è dettata dall’oggettività del presente, non è certo una diminutio. L’US è pur sempre una neopromossa alla stregua di Feralpisalò, Reggiana e Lecco, e come tale deve comportarsi: l’obiettivo primario (almeno quello dichiarato) è la salvezza, il mantenimento delle categoria e, numeri alla mano, le Aquile ad occhio e croce sarebbero a metà dell’opera se si intende scollinare quota quarantacinque punti che, statisticamente, certificano l’aritmetica salvezza. Però non ditelo agli scaramantici, i quali da settimane – anche giustamente – predicano “godiamoci il momento, ma pensiamo a salvarci”. Nulla da eccepire, per carità.
Ma il percorso fin qui tracciato, vorrà pur dire qualcosa. Qualcos’altro. Al di là di tutto, Vivarini in primis, da sempre, si scrolla di dosso le lusinghe piovute da addetti ai lavori e stampa nazionale (non solo tifosi, dunque) che vedrebbero il Catanzaro in ben altra posizione: più saggio e prudente, allora, pensare solo al lavoro, isolarsi in una bolla dentro la quale non vi è spazio per distrazioni o auto-celebrazione.
Perché l’entusiasmo è bello, è giusto che la città si spinga oltre coi sogni dopo un ventennio di mediocrità e fallimenti lambiti, ma ciò non deve coinvolgere il gruppo, che ha il dovere di lavorare, in silenzio e con umiltà, passo dopo passo.
Un altro passo, importante, è da compiersi tra poco, al “Giuseppe Sinigaglia” di Como, dove si registrerà ancora una volta l’esodo della tifoseria. La stessa tifoseria verso la quale il mister si è esposto in un plauso, alla vigilia (LEGGI QUI), ponendo in evidenza l’importanza del sostegno. Di contro, ci sarà un Como ferito da due sconfitte consecutive (senza demeritare) e per questo intenzionato a rialzare la testa e riprendere la rotta, in linea con le ambizioni di una proprietà che sta investendo moltissimo.
Il 4-4-2 che alle 14.00 scenderà in campo, vedrà la conferma degli interpreti della zona arretrata: Scongamillo (in diffida) e Brighenti nel pacchetto centrale, con Katseris e Veroli ai lati, davanti a Fulignati. Krajnc è pienamente recuperato e farà parte del match, ma non da titolare, sembra. In mediana, l’accoppiata Verna – Ghion, con Vadenputte a sinistra. Sulla fascia opposta, Vivarini può sfogliare la margherita, con tante soluzioni papabili: in vantaggio, però, dovrebbe essere ancora Sounas. In avanti, probabile il ritorno dal primo minuto del tandem Iemmello – Biasci.
Il capitano catanzarese aveva fatto benissimo contro la Feralpisalò, in un ruolo da “regista avanzato”, da “numero 10”, libero di dettare i tempi, scansionare e inventare lontano dalla porta, ma nel vivo dell’azione, sempre. Vedremo, allora, con che mansione guiderà la truppa.
Arbitrerà Davide Di Marco di Ciampino.