“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”

037 squadra allenamento

Partiamo da due fotografie. Se dovessimo scegliere una copertina per Catanzaro – Messina, sceglieremmo Vincenzo Vivarini.

Negro Carburanti

Passi la scena dell’esultanza in macchina (immagine che ha fatto il giro dei canali social e delle testate nazionali e che noi abbiamo avuto la fortuna di immortalare da vicino CLICCA QUI), la foto che non ha bisogno di parole raffigura il tecnico ardere dalla panchina per scuotere i suoi ragazzi ad una maggiore attenzione, con il risultato ancora in bilico, nel secondo tempo. 

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Vincenzo Vivarini

La consuetudine dipinge un Vivarini sempre pacato, misurato, con un aplomb britannico, perciò sorprende (in positivo) vedere un allenatore così focoso. Ma ne ha ben donde. Questo atteggiamento mira a tenere alta l’asticella dell’attenzione e dell’intensità della squadra fino alla fine; sebbene il Messina di Auteri non si fosse dimostrato irresistibile, aveva comunque dato prova di non meritare l’ultimo posto in classifica e di avere delle qualità, soprattutto nel primo tempo. Il pareggio di Cerignola, contro una squadra valida che non ha disdegnato il giocare d’astuzia e furbizia, ha lasciato un insegnamento ben preciso, di cui il Catanzaro farà tesoro per forza: mai mollare, mai sottovalutare l’avversario e non peccare di leggerezza o ingenuità. Per questo motivo il trainer abruzzese esige la massima concentrazione e non vuole flessioni dal punto di vista dell’intensità, nemmeno per un appoggio morbido o un disimpegno fatto con troppa superficialità. La chiave di lettura, anzi, lo spirito delle Aquile dev’essere quello trasmesso dal proprio timoniere. Perché siamo forti e dobbiamo esserne consapevoli, ma non basta: i principi di umiltà, rabbia e intensità saranno scritti col pennarello indelebile sulla lavagna nello spogliatoio del Poligiovino e Martinelli e compagni ne avranno fatto un mantra. 

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Trinkenhaus

Altra immagine che fotografa, non solo la partita contro i peloritani, ma il momento in sé, è la prestazione di Bombagi, che aveva l’arduo compito di non far rimpiangere lo squalificato Sounas. Non tanto per l’ottima prova sfoderata dal numero 10 giallorosso, ma per l’aver dato conferma di un fattore che distingue l’US: la possibilità (o il “lusso”, ma diciamolo senza farci sentire troppo) di una rosa composta da soli titolari. Prima di lui, avevano fatto intravedere questa cosa Mulè o gli stessi Curcio e Cianci, costantemente coinvolti dal mister, che punta a far sentire partecipi tutti quanti. Una dote che gli addetti ai lavori esterni non possono far altro che riconoscere, rendendo merito al lavoro della società. 

Voce autorevole, proprio tra gli addetti ai lavori, quella dell’ex Auteri il quale, dando seguito a quanto anticipato alla vigilia del match, ha tessuto le lodi di questo Catanzaro, lanciando un’affermazione importante: “Faccio il tifo per voi”. Con un Messina che dovrà preoccuparsi di centrare la salvezza, ovviamente il tecnico di Floridia alludeva alla corsa per il campionato e l’onda d’urto di questa dichiarazione è giunta a circa cinquanta chilometri in linea d’aria dal Capoluogo, suscitando un (immotivato) fastidio da parte di qualcuno, che ha pensato di “accendere” il derby con un mese d’anticipo. Ora, mettere un po’ di pepe nel calcio può anche starci, ma non con illazioni cariche di acredine. L’esponente della società del Crotone a cui facciamo riferimento, si è espresso poche ore fa ai microfoni di una testata web nazionale, ritenendo inopportune le parole di Auteri. Come se non bastasse, il dirigente in questione ha parlato di “parità di giudizio” e “credibilità”, anche in riferimento alla dinamica che ha portato al gol dell’1-0 del Catanzaro, mettendo in dubbio la natura dell’errore del portiere peloritano. Affermazioni prive di fondamento che evitiamo di commentare al fine di stemperare gli animi.

No, commentare non serve. Occorre solo restare coi piedi per terra, la testa bassa e preparare le partite. Prepararle per vincerle. Adesso il pensiero corre unicamente al match di Torre del Greco. E come disse Virgilio a Dante, nel terzo canto dell’Inferno, “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. 

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