Sembra non si sia mai spezzato il filo conduttore che congiunge la stagione attuale del Palermo con quella passata. Un cammino balbettante, che ha generato non pochi mugugni in una piazza tra le più nobili del meridione (e, più in generale, tra le più calde in Italia), diverso dalle ambizioni e dal budget di una proprietà (il City Group, mica il titolare di un’impresa edile) che punta in alto.
E la gente non è più disposta a comprendere, esige risposte, esige risultati. Ventuno punti in classifica – obiettivamente uno score non all’altezza dell’organico – e tante perplessità: Alessio Dionisi, suo malgrado, non è immune da responsabilità.
Per questo motivo, dopo la sconfitta in casa della Carrarese si intravedono gli spettri: se non dovesse arrivare il risultato pieno contro il Catanzaro, per di più in casa – sebbene la prevendita sia piuttosto tiepida, tra i supporters rosanero – la posizione dell’allenatore non sarebbe da considerarsi irremovibile, anzi.
Il convincente 2 a 0 con cui era stato liquidato lo Spezia (non un avversario qualsiasi) aveva lasciato intravedere segnali incoraggianti, di ripresa, dopo tre pareggi e una sconfitta in quattro partite. Ma il nuovo tonfo ai piedi dei marmi fa vacillare nuovamente le consapevolezze.
“Leziosi, lenti e prevedibili”: espressione mesta a fare da contorno a queste parole, pronunciate da mister Dionisi dopo la sconfitta, nell’invocare “un bel bagno d’umiltà“ da parte dei suoi, al momento in ritiro per preparare la sfida del “Renzo Barbera” di domenica pomeriggio.
“Non si può aspettare che l’episodio cada dal cielo”, aveva detto l’ex trainer del Sassuolo, soprattutto in previsione di un Catanzaro “che sta esprimendo le sue qualità“, rinfrancato dalla vittoria.
Insomma, il Palermo avrebbe (aveva?) l’obiettivo della A dall’ingresso principale, non l’ultimo vagone del treno playoff, occupato attualmente, ad appena una lunghezza sul Catanzaro.
Studia le carte a menadito, Dionisi, il quale potrebbe anche optare per una variazione del sistema contro i giallorossi che, dal canto loro, sperano di recuperare Situm e Antonini, seppur non al top.
A dire il vero, l’impiego del difensore di Porto Alegre – non lo si vede in campo da un paio di mesi – si rende imprescindibile vista l’assenza dello squalificato Brighenti, nel terzetto. Altra alternativa – ma forzata – l’innesto di Cassandro, abbassato nei tre dietro.
Indipendentemente da chi sarà l’inquilino della zolla arretrata del pacchetto difensivo, un’altra grana è sopraggiunta sulla corsia e già nel secondo tempo di Catanzaro-Brescia lo si era percepito: Marco D’Alessandro dovrà star fuori almeno un paio di settimane, per via della lesione alla coscia destra emersa dagli accertamenti.
A maggior ragione, sarebbe importante ritrovare Situm sulla fascia – l’unico vero quinto presente in rosa, sostanzialmente – o ciò implicherebbe il ritorno dall’inizio di Seck sulla destra, con dislocamento di Compagnon a sinistra, oppure nuovamente Ceresoli.
Bene o male non mancano alternative, ma il Catanzaro deve dare una risposta: il successo contro il Brescia può aver segnato una svolta.