“Peccato per il risultato, ma adesso divertiamoci”: Vivarini ai microfoni

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Un 2-2 che lascia l’amaro in bocca per non aver ottenuto la posta piena, ma avvicina ulteriormente all’obiettivo. Il Catanzaro non riesce a vincere la seconda sfida consecutiva al “Nicola Ceravolo” e viene fermato da un agguerrito Sudtirol.

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Proprio gli altoatesini si trovano a sorpresa in vantaggio, dopo circa due minuti dal fischio di inizio, con Kurtic. Il Catanzaro reagisce e trova il pareggio con Brighenti (prima rete in giallorosso), rimettendola sui giusti binari. Nel secondo tempo macina gioco la squadra di Vivarini che, meritatamente, va in vantaggio al 47′ con Antonini sugli sviluppi di un corner.

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Sembra il preludio per un’altra vittoria delle Aquile, perché il Catanzaro è in pieno controllo del match e più volte va vicino al terzo gol, in particolare, con Iemmello che a tu per tu si fa ipnotizzare da Poluzzi. Al 54′ doccia fredda per i giallorossi nel loro miglior momento, con Pecorino che si gira bene e di sinistro trafigge Fulignati. Reagisce il Catanzaro ma sbatte contro il muro altoatesino.

La truppa giallorossa, con questo pareggio, raggiunge quota 39 punti. Al termine del match, ai microfoni della sala stampa, mister Vincenzo Vivarini analizza la partita, fornendo la sua chiave di lettura: “La squadra mi è piaciuta, perché è stata molto attenta, ha dato tutto – esordisce -. Abbiamo fatto una buona partita, bella da vedere. Sugli episodi, poi, dobbiamo stare più attenti perché stiamo pagando delle disattenzioni. Anche oggi, abbiamo preso gol su calcio d’angolo e su fallo laterale. Non dobbiamo mai abbassare le attenzioni su queste situazioni, episodi di cui vanno alla ricerca gli avversari, perché noi riusciamo sempre ad avere il pallino del gioco. Peccato compromettere il risultato per queste leggerezze. Ho molta rabbia per come abbiamo preso i gol”.

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“Il Sudtirol si difendeva molto bene con un 5-4-1 molto serrato. Noi dovevamo essere bravi a lavorare in ampiezza, abbiamo fatto bene con Situm e Scognamillo. L’inizio è stato in salita – ammette mister Vivarini -, ma l’abbiamo ribaltata coi giusti dettami tattici, creando tantissime occasioni dove si è cercata la profondità. In avanti si è sbagliato, potevamo andare sul 3 a 1 in più circostanze. Peccato per il risultato, ma andiamo avanti”.

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Riguardo l’andamento della partita e della brutta piega che rischiava di prendere, vista l’espulsione di Brighenti e l’infortunio di Vandeputte che hanno, di fatto, lasciato il Catanzaro in nove uomini: “Potevamo vincerla anche alla fine – rammaricato il tecnico delle Aquile -, ma c’è stata l’espulsione di Brighenti e magari una valutazione errata su chi stava meno bene, come Vandeputte che ha accusato i crampi ed in nove abbiamo rischiato nell’unica occasione che poi hanno avuto loro. Il calcio è strano! Quando hai occasioni in B devi far gol! Dobbiamo essere più concreti, ma il cruccio che ho, è per i gol che prendiamo, mi dà molto fastidio e dobbiamo lavorare sui quindici metri davanti la nostra porta”.

“Abbiamo lavorato con attenzione in fase di possesso e loro hanno avuto poche occasioni di guadagnare campo. Pecorino ha lavorato sulle palle sporche, facendo salire la squadra, noi abbiamo peccato – continua il mister di Ari – sulle palle da fermo. Oggi si è data continuità al finale di gara contro l’Ascoli, significa che dobbiamo continuare a dar fiducia ai giovani, che hanno qualità e devono crederci. Devono essere ancor più concreti per la squadra. Ho lasciato fuori Veroli, tra i migliori a La Spezia, per farlo riposare, ma siamo contenti anche di lui”.

Elemento che, in questa fase, si rivelerà determinante, sarà la spensieratezza che questa squadra deve avere per tirare fuori il meglio, con un pensiero sulla tifoseria giallorossa che sempre fa emozionare il tecnico dell’US: Ci dobbiamo divertire in tutte le partite, non dobbiamo avere né pressioni, né abbassamento dell’autostima – avverte -. Sono contento della risposta del pubblico, ma non avevo assolutamente dubbi e sono contento che si siano divertiti nel vedere la partita, pur soffrendo”, conclude.

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