Le nebbia che si stava addensando sul “Ceravolo” si è via via diradata grazie alle giocate illuminanti di Jacopo Petriccione. E non chiamiamolo “sostituto”: del resto, un calciatore del suo spessore e coi suoi trascorsi non è “rimpiazzo” di nessuno. Indubbiamente, l’assenza di Ghion è la nota negativa di questo girone di ritorno, per il Catanzaro. Ma il 10 delle Aquile non sta facendo minimamente rimpiangere il play mantovano, che potrà così recuperare con i giusti tempi e prepararsi al rientro.
Già perché, intanto, l’ex capitano degli Squali si destreggia e dipinge con la disinvoltura di chi questa maglia la indossa da anni. L’intesa con Pompetti prima e Verna adesso, giocate nel corto e aperture in verticale col compasso, fotografano un calciatore totalmente calato nei concetti e nei meccanismi di Vivarini.
Elemento già espresso nel corso della sua presentazione alla stampa, non più tardi di due settimane fa (LEGGI QUI), e ripreso nell’immediato post-partita di Catanzaro-Bari: sul 2-0 scritto contro i Galletti di Iachini, c’è tanto del calciatore goriziano.
“Abbiamo fatto una gran bella prestazione, contro una squadra composta da individualità importanti – osserva in primis Petriccione -. Oltre a dare la consueta qualità nel palleggio, abbiamo dimostrato di essere una squadra che lavora bene in fase difensiva e, con questo atteggiamento, possiamo arrivare a fare grandi cose“.
Seppur sostituito ancora una volta, il centrocampista dell’US pare in uno stato di grazia, sia sul piano fisico che mentale e, da uno come lui, ci si attende non solo la giocata decisiva ma quell’apporto di esperienza e carattere che ha consentito al Catanzaro di colmare quel gap nell’organico.
“Sì, fa parte del mio ruolo il prendere per mano la squadra – ammette -. Ora, a salvezza acquisita, vogliamo divertirci e divertire. Non abbiamo mollato mentalmente, nonostante questa bella classifica, allora vogliamo scalare posizioni in classifica. Quando sei lì, in alto, te la vuoi giocare a questo punto“.