L’ultima esperienza prima di Catanzaro. Pescara ha questo e altri significati, per Simone Pontisso, centrocampista delle Aquile, con cui ha appena raggiunto il traguardo della promozione in B.
Un obiettivo centrato senza mai essere stato fondamentalmente in discussione, in una stagione – che deve ancora concludersi – nella quale Pontisso ha recitato il ruolo di protagonista.
Sì, protagonista, nella stessa misura degli altri punti fermi dell’organico, perché una delle forze di questo Catanzaro, è il non aver mai ragionato secondo la teoria del “titolari” o “riserve”: le volte in cui è stato chiamato in causa, il numero 20 giallorosso ha risposto “presente”, anche con i gol. E gol importanti, non marginali, come quello del pareggio in extremis a Cerignola, quando il “progetto Catanzaro” doveva trovare realismo, doveva essere consapevole di se stesso.
E così, il 26enne friulano (che ha spento le candeline proprio all’indomani del trionfo di Salerno) ha ripercorso il suo recente passato in Abruzzo, seppur per una breve parentesi (dal gennaio 2022) che ha intervallato la sua militanza lunga a Vicenza.
Intervenendo sulle colonne di Pescara24.it, Pontisso sostiene di non avere rimorsi o rimpianti circa la sua avventura a Pescara, ma di essersi trovato bene con il Delfino, sebbene la sua dimensione attuale non possa avere eguali, visti i record stabiliti quest’anno e l’enorme gioia condivisa con una tifoseria appassionata e fedele.
E proprio in relazione alla virtù del Catanzaro, ossia poter disporre di un collettivo d’alto livello (e categoria superiore), Pontisso specifica: “Non vi è mai stata differenza tra chi giocava dall’inizio o chi subentrava, tutti hanno sempre cercato di dare il loro contributo alla causa”.
E lui, anche per la sua grande capacità di impattare immediatamente a gara in corso, si è saputo distinguere. Un giocatore versatile, generoso, anche un buon palleggiatore in mediana e in propulsione offensiva.
I meriti, ovviamente, sono ascrivibili al mister Vivarini, che è riuscito a trasmettere al gruppo il proprio credo, votato all’applicazione, alla cattiveria agonistica e all’umiltà, passo dopo passo, mantenendo la lucidità senza fare voli pindarici: “Il mister è stato bravo ad inculcarci la mentalità vincente e ogni vittoria è stata sempre ‘cestinata’ subito per far spazio all’incontro successivo – sostiene -. Il Catanzaro ha giocatori esperti che hanno già vinto campionati e sono in grado di gestire tutti i momenti della stagione. Il nostro successo è arrivato grazie alla perfetta combinazione di questi fattori”.
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