Pontisso: “Non ho visto squadre che giocano con i nostri principi”

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Adrenalina e Balance (equilibrio). Probabilmente, i termini utilizzati più di frequente per descrivere il campionato del Catanzaro. Una stagione durante la quale il sostantivo “adrenalina” verrà ripetuto a più riprese. Senza sforzarsi di andare troppo lontano con la mente, il derby di due settimane fa ne è esempio lampante. Le code ai botteghini (anche online) nel disperato tentativo di accaparrarsi l’ultimo tagliando rimasto o, più semplicemente, il boato pervenuto dagli spalti dopo una rete messa a segno, costituiscono l’esplicazione dell’affermazione in sé.

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Ecco, invece, illustrati i motivi che inducono a citare anche la parola “Balance”. Equilibrio, appunto. E chi, se non uno che di mestiere fa l’equilibratore, abilmente conosciuto come mediano, può spiegare l’accezione del termine utilizzato?

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Simone Pontisso viene inserito, certamente, tra questi. Dotato tecnicamente, nel tempo, ha aggiunto un’ottima visione di gioco e un buon tiro da fuori, che hanno fatto di lui un centrocampista completo, perlopiù nell’impostazione della manovra e nella fase di interdizione. La stima che Vivarini riserva nei suoi confronti è rappresentata dal fatto che l’ex Pescara abbia preso parte a tutte le gare disputate nello scorso campionato di Lega Pro (nella maggioranza dei casi subentrando dalla panchina), mettendo la propria firma anche in due circostanza (forse, la più importante, a Cerignola, pareggiando in extremis una gara che sembrava persa).

Equilibrato dentro e fuori dal campo, l’ex talento delle giovanili dell’Udinese, preparato anche davanti ai microfoni della sala stampa del Poligiovino nel riferire il momento dei suoi, reduci dalla straordinaria vittoria ottenuta nel derby contro il Cosenza e dell’esaltante successo ottenuto a Palermo.

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Aquile in ripresa e quarte in classifica, che prima però, avevano dovuto fare i conti con le complessità della cadetteria, viste le tre sconfitte consecutive, rimediate in successione con Como, Modena e Venezia: “E’ un buon momento, stiamo bene. Era importante riprendersi dopo tre sconfitte di fila. Noi l’abbiamo fatto alla grande: vincendo il derby e poi con la gara di Palermo – esordisce -. Si respira un bel clima. Si sa, la Serie B è un campionato duro ma non bisogna abbattersi per le sconfitte così come non dobbiamo esaltarci troppo per le vittorie. Serve mantenere il giusto equilibrio per affrontare tutte le partite”.

Il delicato ruolo dell’equilibratore entra in scena quando le riflessioni si spostano sulla ragguardevole quarta posizione in classifica occupata dalla formazione giallorossa. E’ vero, sono passate solo quindici giornate e non è ancora tempo di verdetti, ma scorgere le prime della classe e osservare che una “matricola“, destinata a puntare alla salvezza, possa ambire a qualcosa di diverso in termini di obiettivi, farebbe gola a chiunque, anche a chi, come Pontisso, aveva la sensazione che le soddisfazioni sarebbero state dietro l’angolo: “Io ho sempre creduto in questa squadra. Un gruppo di grandi uomini prima che di grandi giocatori – osserva-. E poi, il mister che assieme al suo staff ci insegna la sua filosofia e il modo di giocare a calcio. Nella mia testa c’è sempre stata l’idea di fare un grande campionato”.

Un percorso, quello del regista classe ’97, fin qui fatto di alti bassi: dall’ottima parte conclusiva di stagione disputata a Pescara all’arrivo a Catanzaro, scavalcato nelle gerarchie prima dall’esplosione di Ghion e poi dall’ “evergreen” Verna. Analogamente al campionato in corso, in cui il numero 20 giallorosso è stato impiegato (anche da titolare) nelle prime gare della stagione, per poi lasciar spazio ai suoi compagni: Siamo quattro mediani con caratteristiche differenti. Dipende dal tipo di partita e da chi è più utile in quel momento – ammette -. Io cerco sempre di farmi trovare pronto e di allenarmi bene. Sia che giochi dall’inizio o da subentrato. Penso solo a lavorare e a migliorarmi sempre”.

Lecite considerazioni, allora, che si proiettano verso osservazioni più ampie, estese, nella fattispecie, alle compagini incontrate nel primo terzo di campionato. Squadre decisamente differenti l’un l’altra, che mirano ad una nota di rilievo: “Vi è una squadra che gioca bene quanto il Catanzaro?” Quesito al quale lo stesso Pontisso risponde senza alcuna esitazione: Non ho visto squadre che giocano come noi, con i nostri principi di gioco. Muovere tanto la palla e giocare bene è la nostra forza, ci lavoriamo su questo aspetto almeno da un anno e mezzo – rivela -. E’ un qualcosa che ci è entrato in testa e che facciamo in automatico”.

Sabato al “Nicola Ceravolo” arriverà una formazione altrettanto dissimile nei concetti di gioco. Il Pisa di Alberto Aquilani, reduce da un non elettrizzante momento di forma, dati gli ultimi due pareggi casalinghi, che hanno fatto seguito alla vittoria di Bolzano, il mese scorso: “Sarà una partita difficile, come tutte le gare di questo campionato. Loro sono una squadra organizzata e con delle individualità molto importanti – sottolinea -. Noi dovremo imporre il nostro gioco, nonché nostro punto di forza per cercare di vincere”.

Dunque, un altro confronto significativo per il Catanzaro che, ancora una volta, avrà modo di misurarsi con una formazione di livello e dar prova del proprio potenziale, come fatto in questi primi mesi di Serie B, ad esempio nei successi esterni (entrambi per 2-1) conseguiti a Genova contro la Sampdoria o Palermo nello scorso weekend. A tal proposito, a chi domanda quale sia l’immagine più bella del campionato, l’ex Vicenza risponde: “Sceglierne una è un po’ riduttivo perché vincere a Palermo o a Marassi, in palcoscenici così importanti, non mi permette di sceglierne una ma sono state vittorie molto belle”.

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Naturale, dunque, che gli obiettivi personali vadano ad intersecarsi indirettamente con quelli di squadra che, secondo il centrocampista giallorosso, saranno date in prevalenza dalle soddisfazioni e dalle gratificazioni raggiunte: “Spero di continuare bene questo campionato, non mi pongo obiettivi a lungo termineafferma -. L’obiettivo è quello di togliermi grandi soddisfazioni con il Catanzaro”.

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Ripercorrendo le gesta dell’equilibratore, ci si rende conto quanto l’adrenalina sia fondamentale per tenere vivo il fuoco dell’entusiasmo. A far sì che questo accada, ci pensano i tifosi e il calore della piazza, come testimoniato nelle numerose dimostrazioni di affetto riservate, concetto desumibile anche dalle parole del centrocampista friulano: Il calore della gente è evidente sia in campo (dagli spalti), sia fuori dal campo, dove la gente ti riconosce e, magari, ti ferma (per le foto o l’autografo) – conclude -. Da questo punto di vista ci si sente veramente importante”.

 

 

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