Il Premio Internazionale “Nicola Ceravolo”, ideato dal giornalista Maurizio Insardà, sin dal momento della sua istituzione, ha sempre coinvolto personaggi di rilievo del panorama calcistico nazionale ed internazionale, richiamando alla mente il Catanzaro dei tempi d’oro, in cui alla guida c’era per l’appunto il presidente Ceravolo, ma anche parlando del calcio attuale.
L’XI edizione del premio, condotta dalla giornalista Monica Bertini con il coordinamento di Italo Cucci, ha visto la presenza di numerosi ospiti, tra cui il presidente dell’Us Catanzaro, Floriano Noto ed il capitano del club giallorosso, l’attaccante Pietro Iemmello. Entrambi sono stati insigniti di un riconoscimento da parte della famiglia Ceravolo per i risultati raggiunti ultime due stagioni, che hanno visto il Catanzaro tornare a calcare i campi di Serie B e sfiorare il sogno della Serie A.
Nel dare il premio a Floriano Noto, Nicola Ceravolo, nipote del Presidentissimo, ha detto: “Gli auguro di portare il Catanzaro dove lo ha portato mio nonno“. Noto, orgoglioso per le parole ricevute, ha risposto: “Per molte cose, mi rivedo in Ceravolo, anche nelle risposte. Certo, lui chiudeva gli accordi e acquistava i giocatori con una stretta di mano. Oggi io ho capito che i contratti ‘non contano’ purtroppo“.
In merito a quest’ultimo aspetto, il patron del Catanzaro non ha voluto esprimersi sulle vicende legate al direttore sportivo Magalini ed all’allenatore Vincenzo Vivarini, glissando le domande dei giornalisti ed affermando: “Entrambi hanno deciso di andar via ed erano sotto contratto, valuteremo cosa fare nelle sedi opportune”.
Sul futuro, invece, ha aggiunto: “Avevamo da tempo un piano B, nei prossimi giorni ufficializzeremo tutto”. “Allenatori e direttori sportivi passano – conclude – l’importante è che ci siano due componenti essenziali: una società seria ed i tifosi”.
L’ospite d’onore della serata è stato Roberto De Zerbi, che ha ricevuto il Premio Internazionale “Nicola Ceravolo” da Guido Mannella, un altro nipote del presidente Ceravolo, realizzato da Spadafora.
“Sono contento di essere qui in Calabria – esordisce nel corso della serata il tecnico – perché mio padre è di Oppido Mamertina (in provincia di Reggio Calabria, ndr) e sento di avere pregi e difetti dei calabresi. Porto con me i valori che mi hanno impartito i miei genitori e cerco di trasferirli anche nel calcio”.
Sull’addio di Vivarini al Catanzaro, ha dichiarato: “Dispiace per il mio figlioccio Pietro Iemmello – allenato ai tempi del Foggia – che perde un allenatore molto bravo ma Vivarini meritava già da tempo di allenare in Serie A, perché è uno dei migliori. L’importante, però, è che la proprietà del Catanzaro continui a lavorare con lo stesso entusiasmo e la voglia di far bene”.
La serata, in seguito, ha regalato un simpatico siparietto tra De Zerbi ed il presidente Floriano Noto, che ha raccontato di “averci visto lungo”, perché aveva contattato il tecnico nei primi anni della sua presidenza, incassando un “cordiale no”.
L’edizione 2024 del premio, inoltre, ha visto l’introduzione, all’interno dello stesso, di un nuovo riconoscimento: il premio giornalistico “Emanuele Giacoia”. Quest’ultimo è stato consegnato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri e da Riccardo Giacoia, figlio di Emanuele (nonché caporedattore del tg3 RAI regionale), a Tonino Raffa, noto giornalista sportivo e voce di Tutto il calcio minuto per minuto. Momento di commozione, tra l’altro, durante la consegna del premio ad Alessandro Ferrara (per mano di Agazio Loiero), nel ricordare il compianto Maurizio Ferrara, suo padre.
In merito alla figura di Giacoia, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, infine, nel suo breve intervento, ha paventato la futura possibilità “d’intitolargli la tribuna stampa”.
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