Ad un anno dal suo arrivo (giorno più, giorno meno), il calendario pone sul cammino di mister Vivarini il suo predecessore.
Farà ritorno, per la prima volta da ex, Antonio Calabro, dopo il passaggio di consegne causato dall’esonero in un lunedì pomeriggio di novembre. Sembrano passate ere geologiche, ma è appena “ieri”. In un certo senso, il Catanzaro schiacciasassi visto in questo primo trimestre, è lontano parente di quello tutto grinta e solidità difensiva di Calabro ma inevitabilmente, Vincenzo Vivarini ha fatto tesoro della “agenda” ereditata dal collega pugliese.
Domani, al “Ceravolo”, i due si affronteranno su un terreno ridotto a pantano per la pioggia che imperversa da ore e ciò non farà altro che accentuare la tensione muscolare messa a dura prova dagli impegni ravvicinati. Ecco perché il lavoro settimanale, scaglionato prima e dopo la gara col Giugliano, è stato improntato sul recupero delle energie, anche nervose. Non solo: Vivarini ammette di aver studiato la versatilità della Virtus Francavilla, squadra camaleontica, capace di mutare atteggiamento tattico. A ciò si aggiunga l’entusiasmo generato dalla rivitalizzante vittoria sul Pescara, tre giorni fa.
“Si presentano con una giusta condizione mentale e noi abbiamo lavorato apposta sugli atteggiamenti tattici che dovremo adottare”, preannuncia ai microfoni il trainer dell’US, il quale traccia una cronistoria dal giorno in cui subentrò a Calabro, ad oggi: “È stata la continuità di un lavoro iniziato col mio arrivo, portato avanti negli anni dalla società, che ha sempre avuto ambizioni e una squadra competitiva – osserva – ed è stato fatto un lavoro da chi mi ha preceduto”, dice, guardando la situazione attuale del Catanzaro, fin dall’origine del progetto.
“Quando si hanno delle idee, serve tempo per realizzarle, non si costruisce dall’oggi al domani – continua Vivarini -. Nel prendere questa squadra, l’anno scorso, ho cercato di mantenere gli aspetti positivi, il buono che c’era, intervenendo su altro. Quindi non ‘nasce’ da me questa squadra e occorre darne atto. Io, pian piano, l’ho plasmata sui miei concetti, perché ogni allenatore ha un suo credo e deve trasmetterlo ai giocatori. Avevo in mente una squadra che giocasse come sta facendo e, in linea di massima, sono contento che l’intuizione fosse quella giusta. Ma grazie alle grandi individualità presenti tutto è stato semplificato di conseguenza”.
Non fa una piega il ragionamento del timoniere delle Aquile, il quale rende merito ad un allenatore che domani – stando a quanto dichiarato in mattinata – proverà delle sensazioni forti ma vorrà “giocarsela con spensieratezza” (LEGGI QUI): “Troveremo grandissime difficoltà e dovremo far valere le nostre qualità individuali su un campo al limite”, ricorda il tecnico, il quale, proprio per quello che sarà il campo, ha preferito tenere fuori ancora Sounas, benché recuperato. Effettivamente, giocare in queste condizioni implicherebbe uno sforzo fisico alto che metterebbe a repentaglio il greco.
E sui biancazzurri, annota: “Abbiamo pianificato tutto ciò che potrebbero fare, come venire ad aggredirci alti o aspettare e noi, in base alle dinamiche, dovremo proporre tante opzioni senza rischiare, ma restando concentrati su transizioni e marcature preventive”. Dunque Vivarini (anche facendo della legittima pretattica), si riserverà di scrivere la formazione in funzione della tenuta del campo. Titolari a parte, notizia di giornata (da accogliere con ottimismo), il ritorno di Rolando in una gara ufficiale, quantomeno tra i convocati: “Dopo aver concluso il percorso di recupero, ha fatto un paio di allenamenti con la squadra, ma non ha ancora la condizione e ci vorrà tempo prima di vederlo in campo”, avverte il mister.
Dicembre, si sa, porta con sé i primissimi cenni di schermate sul calciomercato, che poi si concretizzerà con l’anno nuovo, ma Vivarini è lapidario, data la prematurità nell’affrontare l’argomento: “Siamo contenti di tutti, la squadra ha un equilibrio di spogliatoio e in campo”.