Raccogli l’applauso della tua gente – Il Corsivo

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Parlare di consapevolezze sembra oramai anacronistico, più che banale. Consapevole di sé, il Catanzaro lo è da sempre. Sì, è vero, l’avvio a razzo della stagione – con un inatteso primo posto dopo poche giornate – un po’ di fumo negli occhi lo aveva gettato in parte della tifoseria, ma non negli addetti ai lavori, che sapevano troppo bene delle insidie che la B portava con sé.

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Un campionato imprevedibile per antonomasia, mai come quest’anno equilibrato, dove Davide piega spessissimo Golia e, a momenti, non fa nemmeno notizia. Allora, perché stupirsi oltremodo della vittoria del “Tardini”? Rientrava nel novero delle eventualità, concrete: l’US disponeva dei mezzi per poter battere la capolista in casa sua ed è avvenuto.

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Difendendosi con solidità, stringendo i denti, colpendo al primo affondo, dite come vi pare, ma è accaduto e con merito. E così, pur rammaricato, non ha potuto far altro che constatarlo anche Fabio Pecchia, timoniere dei ducali, nel post-gara (LEGGI QUI).

Sempre a caldo, in uno stadio che profuma di Serie A (e di Europa, viste le ambizioni della proprietà), Vincenzo Vivarini ha ripercorso le amarezze della sua carriera, mettendo in risalto un sentimento, un obiettivo: la voglia di stupire (LEGGI QUI).

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E mentre il settore ospiti è in visibilio, splendida cornice di una splendida giornata, l’allenatore è lì, come di consueto in disparte, a godersi la scena poco distante, ad ammirare lo spettacolo di colori e calore, con i suoi ragazzi a correre, mano nella mano, ai piedi della curva. Vivarini sta lì, come sempre, in silenzio, ad accennare quell’enigmatico sorriso a labbra serrate come la Monna Lisa e gli occhi parzialmente eclissati dalla coppola, stando attento a non tradire emozioni. 

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Occorre l’entusiasmo debordante (e legittimo) del presidente, corso ad abbracciare tutti dopo il fischio finale, per prendere sottobraccio il tecnico quasi “spingendolo” verso i tifosi:Vai, se siamo qui è merito tuo. Raccogli l’applauso della tua gente, sembra sussurrargli Floriano Noto.

Ma il trainer abruzzese è sempre stato uomo schivo verso riflettori e prime pagine, se non dedito al lavoro a fari spenti, alacre e silenzioso: rendere omaggio all’operato dell’allenatore incoronato come il più vincente nella storia del Catanzaro Calcio al di là di ciò che sarà l’epilogo, è doveroso.

A proposito di “epilogo” anche il dg Diego Foresti si è pubblicamente sbilanciato, sulle colonne de “La Provincia”, in quanto ex dei lariani, ospiti al “Ceravolo” tra meno di quarantotto ore: “Visto che siamo in ballo, balliamo”, è solo uno dei passaggi dell’intervista concessa al quotidiano lombardo dall’ex direttore del Como (passato in riva al Lago nella stagione 2016/17), stuzzicato dall’idea di tentare ciò che sembrava impensabile non molto tempo fa.

Messa da parte l’indimenticabile vittoria di Parma, sotto col Como, allora. Volgendo uno sguardo alle dinamiche che hanno contrassegnato queste ore fin dopo la ripresa, il collaterale non dovrebbe più rappresentare un problema per D’Andrea, mentre resta in “forse” Brignola (alle prese con noie muscolari) e ancora Brighenti, il quale non dovrebbe essere del match, pure stavolta.

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A sospingere i giallorossi, uno stadio intero che viaggia spedito verso il sold-out, il primo del 2024. Non è un fattore dettato dalla caratura dell’avversario (attualmente secondo con cinquantotto punti), né dal pomeriggio che si preannuncia primaverile: è l’entusiasmo slatentizzato e (ri)esploso da due anni, come logica conseguenza di quanto seminato dall’allenatore, da quell’uomo che preferisce restare in disparte mentre i calciatori festeggiano, per studiare e portare in alto il Catanzaro.

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