“Resilienza e fiducia”: Valente indica la via, alla vigilia

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Non spicca proprio per loquacità o vena ironica Federico Valente, ma è allenatore pragmatico, che sa il fatto suo, indubbiamente. Il tecnico svizzero, subentrato a Bisoli lo scorso dicembre, deve fare i conti con una situazione non idilliaca ma il Südtirol tutto sommato è in linea con le aspettative e la salvezza aritmetica non dista poi così tanto. 

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I ventisette punti fin qui ottenuti dagli altoatesini (che all’andata si erano arresi sotto i colpi di Iemmello), tuttavia, consentono di dormire con un occhio solo perché i fantasmi della zona playout sono lì a sussurrare, lontani appena cinque lunghezze. Una squadra in cerca di una sua – definitiva – identità, con una sola certezza: l’affidabilità del capocannoniere della cadetteria, Casiraghi (posto al momento condiviso con Coda della Cremonese, a quota dodici gol), colonna portante della combriccola biancorossa da tanti anni ormai.

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Tra defezioni e infortunati, però, in casa Südtirol se non è emergenza ci manca poco: al netto delle assenze – non marginali, trattandosi di uomini importanti, specie in difesa – mister Valente individua in questo un’opportunità per coloro che saranno gettati nella mischia dal primo minuto. E, stando alle parole del tecnico – che ha ereditato questa situazione, arrivando dalla Primavera – la squadra “ha lavorato intensamente”: “La paura generata dalle assenze non aiuta, anzi, sarà un’occasione per chi giocherà”, ha premesse il trainer, alla vigilia della partita del “Nicola Ceravolo”, dove mancheranno quattro difensori di ruolo, per l’appunto.

Un uomo abituato a interagire con i giovani, avendo allenato perlopiù in settori giovanili come al Friburgo, in Germania, ad esempio e per questo con un certo ascendente su chiunque voglia imparare, mettersi in discussione. Ma domani, a Catanzaro, occorrerà animo, o meglio, resilienza: “Sarà importante avere resilienza contro un avversario forte che ha un’idea di gioco chiara – sostiene Valente – quindi serviranno fiducia e pazienza nell’accettare il possesso palla, viste le qualità che ha il Catanzaro dal punto di vista individuale e nella coralità”. 

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Addentrandosi nell’ambito squisitamente tattico, aggiunge: “Occorrerà ‘stringere il più possibile il campo, essere ‘stretti’ e ‘densi’ nel difendere in fase di non possesso, per riprendere la palla – ammette -. Dovremo essere bravi, allora, a sfruttare le occasioni che capiteranno, ad esempio le palle inattive, dove possiamo contare sulla nostra fisicità, osserva l’allenatore svizzero, evidenziando la forza dell’US, emersa soprattutto nel rimontare contro l’Ascoli, sabato scorso.

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“Noi dobbiamo lavorare sulla nostra identità – conclude -, domani sarà una partita dura, nella quale chi subentrerà potrà dimostrare il proprio valore”. 

L’obiettivo per il Catanzaro è lontano poche spanne, ma quella di domani, alle 16.15 – demagogia a parte – rappresenta un passaggio determinante, da non fallire, in modo da archiviare la pratica in breve.

 

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