Il Catanzaro fa i conti con una “inedita” sensazione: il sapore amaro di tre sconfitte consecutive. Inedita, s’intende, per questo nuovo corso, che parte dall’arrivo di Vivarini, esattamente due anni fa, passando dallo stellare campionato di C, fino ai giorni nostri: una Serie B quantomai “livellata”, che non contempla risultati scontati, anzi, dà prova della sua imprevedibilità, poiché ogni squadra è in grado di battere qualunque avversario. Sarà un’affermazione banale, trita e ritrita, ma è così. Questa sera, nell’anticipo della 13^ giornata al “Pier Luigi Penzo“, l’ulteriore conferma: l’US perde 2 a 1 contro il Venezia e resta fermo a 21 punti, pur offrendo una prova positiva durante la quale non si è percepita, tutto sommato, un’evidente superiorità tecnica da parte dei padroni di casa.
In verità, ai nastri di partenza, proprio la squadra di Paolo Vanoli si presenta come una delle squadre top del torneo e non a caso si trova in scia, subito dietro il Parma. Allora, una battuta d’arresto in Laguna, può essere tutto sommato comprensibile, può capitare a chiunque. Alla fine sono gli arancioneroverdi ad esultare: con questa vittoria, i lagunari si staccano momentaneamente dalleinseguitrici e salgono a quota 27, ad appena due lunghezze dal Parma. Ma vedremo cosa diranno le prossime ore, per ciò che succederà in cadetteria.
In tutto ciò, il Catanzaro potrà beneficiare di una sosta che si rende forse utile per staccare e ricaricare mente e corpo, in vista del derby con il Cosenza, fra due settimane. A fine partita Vincenzo Vivarini si rammarica per quelle situazioni che i suoi ragazzi avrebbero potuto capitalizzare negli ultimi metri: intanto era importante avere riscontri positivi sul piano della prestazione. E l’amarezza magari aumenta, perché l’US continua a riscuotere complimenti, nonostante la sconfitta: “Come gli ultimi due avversari incontrati, anche il Venezia ha dimostrato una forza fisica di livello alto in mezzo al campo – dice ai microfoni il tecnico -, ma non posso che elogiare la squadra per l’approccio, per lo spirito con cui ha lottato su tutti i palloni. Si è rivista una prestazione alla nostra altezza, ma abbiamo concesso delle ripartenze, proprio sulle quali sapevamo quanto fosse forte il Venezia, subendo gol molto ingenui“.
“Abbiamo lavorato per ritrovare questo tipo di prestazione – continua Vivarini – ma occorre essere più pericolosi e avere ordine in fase di sviluppo negli ultimi trenta metri. Certo, credo che il Venezia non abbia mai sofferto così, in casa propria. Siamo riusciti a metterli alla corda, pur avendo loro una difesa molto solida e compatta”. Dunque, l’analisi si sposta sul piano squisitamente tattico: “Il Venezia è venuto a prenderci uomo contro uomo, cosa che attendevamo avendoci lavorato in settimana – rivela -. Noi siamo riusciti a recuperare campo, alzando il baricentro come ci eravamo posti di fare, svolgendo un lavoro preciso con i vertici e tutto ciò meglio di quanto fatto con Como e Modena. Ma sono le ingenuità commesse a farci arrabbiare“.
A ciò si aggiunga che, gli episodi, talvolta, propendono per il fronte opposto, sebbene questo fattore non debba rappresentare un’attenuante per i giallorossi. Quel che conta, in un momento delicato – come evidenziato alla vigilia – è non perdere entusiasmo: “L’importante è non perdere convinzione – rimarca il trainer abruzzese -. Uscendo dal campo anche i tifosi di casa ci hanno applauditi”.
Potendo contare su un Situm in più – lanciato titolare a sorpresa, dopo circa due mesi – Vivarini potrà soffermarsi su ciò che evidentemente è mancato: “Al di là degli applausi, a noi servono i risultati. Adesso lavoreremo per ritrovare ordine nella fase di sviluppo, per ritrovare quelle combinazioni che ci hanno sempre contraddistinto nelle altre partite – conclude – Bisogna tornare a vincere”.