Situm si racconta: “La fede mi ha aiutato nei momenti peggiori. Ora sono pronto”

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Leader. Carismatico o democratico, sembra essere informazione non rilevante. Dato difficile da captare, probabilmente perché Mario Situm è entrambi. Dotato di una spiccata personalità e notevole temperamento, frutto di un enorme bagaglio di esperienza, dato anche il prestigio delle competizioni nelle quali ha potuto dar prova del proprio talento.

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Divenuto ben presto pedina essenziale dello scacchiere del Catanzaro di Vivarini, nonché uno degli artefici della grande cavalcata dello scorso anno, avendo totalizzato venticinque presenze nel precedente campionato di Serie C, con due reti all’attivo. Una crescita esponenziale, sottolineata dall’eccellente rendimento dell’esterno croato, anche nelle prime giornate della stagione in corso, disputate in “cadetteria”.

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Un inizio esaltante per le Aquile, un inizio spumeggiante anche per il classe ’92 che, nel ruolo designato dal tecnico di Ari, riesce a esaltare le proprie qualità. Le stesse, conclamate anche nella burrascosa sconfitta casalinga rimediata contro il Parma (match disputato lo scorso 16 settembre, terminato con il risultato di 5-0 in favore dei ducali), in cui al minuto 78, in seguito ad un’entrata in scivolata non proprio benevola del giocatore crociato Zagaritis, lo stesso Situm ha riportato la rottura del legamento collaterale mediale.

Grande apprensione, seguita da altrettanta paura nei giorni successivi, in attesa dell’esito degli esami strumentali, che hanno “scacciato” i fantasmi di una possibile frattura del legamento crociato e coinvolgimento del menisco, come raccontato dall’ex Dinamo Zagabria dalla sala stampa del Poligiovino: Ora sto bene. Sono stato sfortunato, ma ho recuperato velocemente grazie allo staff medico e all’aiuto dei fisioterapisti – esordisce-. Ho lavorato tantissimo per recuperare rapidamente, allenandomi due-tre volte al giorno tra piscina, terapia e palestra”.

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Il timore percepito fin dagli istanti successivi allo scontro con il giocatore greco del Parma, erano gli stessi avvertiti dal numero 92 e dai medici al seguito del calciatore, il quale si appresta a descrivere dettagliatamente l’accaduto: “Ho anticipato una palla, sapendo che l’avversario avrebbe fatto una scivolata. Da qui, il ginocchio (con un movimento innaturale) è uscito fuori e poi è rientrato – racconta -. Di base sono una persona positiva, ma ho temuto la rottura del crociato e, all’inizio, anche del menisco. “Per fortuna”, sono stati coinvolti solo i legamenti che tengono unita la parte interna del ginocchio. All’inizio la gamba era gonfia e non riuscivo neppure a poggiarla per terra. Alla fine, posso dire che mi è andata bene.

La forza di un leader, saldamente collegata alla sportività di un impeccabile professionista, abile nel riconoscere il senso di colpa dell’avversario citato, rispetto al quale ammette: Zagaritis è un bravo ragazzo. Mi ha scritto per scusarsi e chiedere come stessi”.

La lontana Zagabria, terra d’origine dell’ex Spezia, ha “consegnato” ormai diversi anni fa all’Italia un ragazzo atipico, quasi distaccato dal prototipo dello sportivo odierno; uno che ha preferito rivolgersi alla fede e al proprio credo divino per trovare la risposta ad uno stop fisico che, a trentuno anni sarebbe potuto costare caro: “La fede è importante nella vita di ognuno. Viviamo in un mondo superficiale in cui prevalgono le cose materiali – sostiene -. La fede permette di crescere, di restare umile e dà la fiducia di andare avanti soprattutto nei momenti difficili. In uno dei momenti peggiori della mia carriera mi sono affidato a lui e, grazie a Dio, sono già in campo”. 

Imprescindibile. Caratteristica quasi unica posseduta dallo stesso Situm; uno degli uomini fidati di Vivarini, che a sorpresa, ha deciso di schierarlo dal primo minuto nell’ultima gara esterna contro il Venezia, riservando al classe ’92 la posizione di terzino destro nella difesa a quattro, consuetudine dell’avvio di stagione: “Ho la fortuna di recuperare in tempi rapidi anche a livello fisico, già in una settimana posso arrivare a recuperare il 70% delle energie – dichiara -. Non si può pensare di essere al top alla prima partita, ma dopo una decina di giorni di lavoro sono pronto. Mi servono due-tre partite per riprendere la condizione, ma vedrete che già alla quarta-quinta gara giocata sarò al top. Sono a completa disposizione della squadra”.

Venezia che, appunto, ha rappresentato la terza sconfitta consecutiva per i giallorossi, ma il croato non si definisce preoccupato per il mancato arrivato della vittoria e, considerandosi uno dei senatori del gruppo, ammette: “Abbiamo tanti margini di miglioramento. In alcuni episodi, dobbiamo essere più sporchi. Veniamo dalla Serie C, in cui eravamo superiori agli avversari (anche troppo) – aggiunge -. Nessuno si aspettava di essere secondi ad un certo punto della stagione e nessuno si aspettava di perdere tre partite di fila. Ogni errore si paga caro in questa categoria”.

E aggiunge: “Il mister ci aiuta curando i particolari con sessioni video e durante gli allenamenti. Il campionato è lungo e prevarrà chi gioca meglio. Sono fiducioso, faremo una grande Serie B e arriveremo in un’ottima posizione di classifica”.

Calabrese d’adozione. Per un croato nato a Zagabria, passato per La Spezia e fermatosi per brevi istanti della carriera professionale in Polonia, per poi concedersi un breve “pit stop” in Turchia, la Calabria costituisce il culmine di un percorso fatto di presenze in Champions League (nel 2016-17 con la Dinamo Zagabria) e retrocessioni in Serie C, quando ormai due anni fa, decise di trasferirsi a Catanzaro: “E’ il mio quinto anno in Calabria, qui sto molto bene. Catanzaro è un ambiente familiare. La mia famiglia sta bene, è come se fosse una seconda casa – rivela-. Indipendentemente dall’essere straniero, tengo molto a questa maglia e darò tutto, anche in vista del derby, perché conosco bene l’importanza della partita”.

Mario Situm contro la turris

A proposito di derby, Mario Situm è un veterano delle sfide tra Catanzaro, Cosenza e Reggina, avendo militato in tutte e tre le compagini calabresi: “Il derby è una partita che pesa. Colgo l’occasione per ringraziare i nostri tifosi che sono stupendi, dappertutto riempiono gli stadi, anche quando giochiamo in trasferta è come se fossimo al Ceravolo – puntualizza -. Il modo migliore per ringraziarli è ottenere ottimi risultati, a maggior ragione nel derby, soprattutto dopo una striscia negativa di risultati”.

Duttilità. Impiegato come esterno puro in un centrocampo a cinque nella scorsa annata, terzino nella difesa a quattro nella stagione in corso, ala, mezzala tra le linee, ruoli occupati negli anni. Il numero 92, da sempre, definito “flessibile e poliedrico”, riferisce di sè: “Sono un professionista e mi adatto a qualunque ruolo mi venga dato dal mister. Non penso ai numeri, metto sempre la squadra al primo posto – specifica -. Posso ricoprire due-tre ruoli. Da terzino ho giocato in Champions, da ala ho fatto tutta la mia carriera; negli ultimi anni ho fatto il quinto sia a destra che a sinistra, non ho problemi ad adattarmi, soprattutto in una squadra che gioca a calcio come la nostra, aggressiva, giovane e che vuole vincere ogni partita”, conclude.

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