Cinque sconfitte casalinghe – fin qui – per una squadra intenzionata a tornare in A, dalla porta principale o dalla “finestra” – sono tante. Ciò fa della Cremonese un gigante dai piedi d’argilla: no, non è il caso di parlare di “tallone d’Achille”, poiché sarebbe appropriato se si trattasse di inciampi sporadici, saltuari.
La “Cremo“, invece, più volte è finita al tappeto al cospetto delle cosiddette “piccole”, o comunque di squadre non proprio strutturate con l’ardire di centrare i playoff o qualcosa al di fuori della salvezza.
Due giorni fa, quindi, un’altra disfatta, il clamoroso 1-2 contro la Ternana in rimonta, materializzatosi addirittura al 96′. Rileggendo i numeri di questo campionato, però, il clamore si attenua in parte e si spiega in un comune denominatore basato sui passi falsi con squadre che risiedono nella “parte destra” della classifica.
Ad esempio Feralpisalò e Sudtirol all’andata e al ritorno (batosta al “Druso” un mese fa), oppure i pareggi con Ascoli e Reggiana e altri risultati poco edificanti, hanno generato mugugni. Malumore montato, poi, viste le tre sconfitte nelle ultime quattro partite, sfociato in manifestazioni di legittimo disappunto tra i tifosi.
L’ultima, in particolare, ha mandato su tutte le furie Giovanni Stroppa, il quale ha sputato il rospo ai microfoni dello “Zini”: “Per la prima volta mi sono arrabbiato con la squadra, non accetto il passo indietro del secondo tempo“, diceva accigliato l’allenatore che può vantare d’aver portato la Serie A a Crotone, nel 2016.
Una cattiva gestione del vantaggio, troppe occasioni sciupate, associate alla scarsa cattiveria nel sedici metri: il tecnico lodigiano, ad ogni modo, si fa carico di una fetta di responsabilità per la flessione caratteriale, nei suoi.
Quarto posto a quota cinquantanove, cinque punti di distacco dal secondo posto a cinque giornate dal termine rappresentano un gap apparentemente difficile da colmare, ma Stroppa non si arrende, anzi: “Non mollo, ci credo ancora – annunciava ai microfoni, fiero – ma mi fa male pensare a ciò che poteva essere”.
Per sperare di recuperare terreno, sul cammino della Cremonese ecco Catanzaro e Venezia (e anche Parma alla penultima, a dire il vero, ma si presuppone che i ducali avranno già raggiunto la promozione): al “Ceravolo” sarà una sfida d’alta classifica, in casa della sorpresa del torneo, appena quattro lunghezze sotto, che “vuole continuare a stupire” come riverberato più volte dal timoniere Vivarini.
Nel frattempo i grigiorossi hanno ripreso a lavorare avviando la settimana al centro sportivo “Arvedi”: palestra e poi esercizi sul possesso palla, hanno scandito il “giorno 1” del diario di bordo che condurrà alla trasferta in Calabria.