Una preparazione della partita eccellente, una prestazione da urlo. Nulla da dire sulla vittoria della Cremonese, che ha eliminato il Catanzaro da questi playoff con una prova muscolare, spregiudicata e dai contenuti tecnici effettivamente superiori. Il 4-1 scritto al “Giovanni Zini” spiega molto.
Le Aquile però – va detto, non per ricorrere ad attenuanti – pagano la stanchezza, le energie perse tra il match (e i supplementari) con il Brescia e la gara d’andata con i grigiorossi, senza alcuni dei principali attori di questa stagione. Insomma, gli uomini di Vivarini si sono presentati parecchio incerottati all’appuntamento, ma hanno onorato fino all’ultimo un’annata eccezionale, ben al di sopra delle aspettative.
Alla fine, la finale tra Venezia e Cremonese può essere vista come il giusto epilogo di questa Serie B: terza contro quarta, proprio le squadre che più avevano accarezzato la promozione diretta, si sfideranno per l’ultimo faccia a faccia.
“Forse, finalmente, stiamo iniziando a raccogliere quanto seminato finora, perché le buone prestazioni c’erano state anche altre volte, pur non portando quanto meritato”, sottolinea in sala stampa un orgoglioso Giovanni Stroppa, nel riepilogare le occasioni perse durante l’anno.
Una vittoria “che fa morale, non vale ‘solo’ per la finale” aggiunge il tecnico, ritenendo il Catanzaro comunque un avversario ostico, di assoluto valore: “Abbiamo superato questa montagna, ma ora ce ne sarà un’altra – avverte Stroppa, riportando tutti coi piedi per terra -. Superare il Catanzaro è una grandissima soddisfazione, perché gioca alla grande”, dice, accodandosi ai complimenti incassati da Vivarini.
“A far giocare il Catanzaro si rischia di correre a vuoto, quindi abbiamo impostato un certo tipo di atteggiamento e le occasioni a noi favorevoli sono arrivate da questo, dal nostro aggredire”, osserva l’ex trainer del Monza, ponendo in risalto l’aggressività dei suoi ragazzi, dal primo all’ultimo minuto.
Stroppa che, interpellato nel merito, rinnova un pensiero già esposto alla vigilia: l’impatto ambientale del “Ceravolo”, capace di incidere sulla gara d’andata, come la spinta dello “Zini” per i grigiorossi: “Martedì era una bolgia, avevamo difficoltà anche nel comunicare! Abbiamo sbagliato a gestire il palleggio nei venti minuti finali – ripete l’allenatore – però mi è rimasto impresso il pubblico di casa alzarsi ad applaudire dopo lo 0 a 2, come riconoscimento verso la Cremonese“.
“L’ambiente era stato condizionante e, allo stesso modo – continua Stroppa -, il nostro stadio, vedere il pubblico fremere, ci ha dato la spinta”.