Tre punti in graduatoria alla terza giornata rappresentano un buon bottino per chi, giocoforza, non insegue affannosamente ambizioni verticistiche, ma deve costruire un percorso finalizzato al mantenimento della categoria. E la Carrarese si trova in una buona condizione mentale, reduce dalla vittoria sul Südtirol, giunta per di più in campo neutro.
E in relazione a quella partita, Antonio Calabro – che tra i tanti ex di giornata è forse quello veramente speciale – aveva lanciato una curiosa espressione lessicale, ossia “ergonomizzare le prestazioni”.
Lieto della performance dei suoi contro i tirolesi (“mi è sembrato di rivedere le gare dello scorso anno”, aveva detto), il tecnico pugliese si era focalizzato su questo concetto: “prendere i punti meritati, come sinonimo di forza”. Parole sue. Non fa una piega, è giusto.
Catanzaro rappresenta un banco di prova sufficientemente probante, soprattutto se si considera che ci sarà una squadra ferita da una brutta sconfitta e ancora a secco di vittorie: servono altri ingredienti agli uomini di Caserta, per alzare la testa?! Nossignori.
Concetto ripreso davanti alle telecamere prima di partire per la trasferta, praticamente alla vigilia della sfida. Inevitabile, però, fare un passio indietro e spendere parole bellissime per la piazza catanzarese, interpellato nel merito, ma con qualche piccolo sassolino levato via.
“Catanzaro è un ambiente caloroso, che in casa trascina, con un palato fine sul piano calcistico! Fine, ma pretenzioso verso chi allena e gioca – osserva da subito, l’allenatore -. Magari, dopo una sconfitta, gli umori non sono alti, però immagino che il pubblico sarà accanto alla squadra e inciterà a centrare la prima vittoria”, dice.
L’ex trainer dell’US, comunque, carica i suoi: “Dobbiamo andare lì con la consapevolezza di avere identità, una nostra fisionomia, con umiltà – sottolinea -, ma al contempo l’ambizione di poter fare risultato“.
Senza sbottonarsi troppo su coloro che saranno gli interpreti in campo, domenica sera (“stanno tutti bene”, si limita a dire), la Serie B rappresenta un torneo ricco di colpi di scena, con pronostici puntualmente sovvertiti.
Ciò deve quindi invogliare chiunque a giocare per il massimo risultato: “Non è il caso di parlare di tabù da sfatare – dice perentoriamente -, i punti si possono raccogliere dappertutto in questo campionato”.
Quindi, altri aneddoti e le sensazioni di chi ha vissuto in un luogo che sentirà pur sempre suo, nel tempo: “Quasi ovunque, per mia fortuna, vengo ricordato bene. Catanzaro però è qualcosa di particolare per me, è una piazza dove si respira profumo di Serie A – sostiene, compiaciuto -. Certo, talvolta, non dico sia ‘umorale’, ma dimostra farsi coinvolgere molto dai risultati“, rivela.
“Si tratta di un ambiente che conferisce alte responsabilità, io ho avuto l’onore di far parte di quel contesto e dare inizio ad un progetto – continua -. Arrivai nelle ceneri di una vecchia stagione e solo chi mi è stato vicino (direttori e lo stesso presidente Noto) sa quanti sacrifici siano stati fatti per porre delle basi importanti”.
Un progetto avviato – in pieno lockdown, con l’eco delle porte chiuse negli stadi – cedendo poi il testimone nel novembre ’21 a Vincenzo Vivarini, il quale, ha fatto decollare, con merito e qualità, proprio questo progetto, facendolo suo, attirando l’attenzione di tutti.
“Torno da avversario, ma mai da nemico!”, conclude Antonio Calabro, facendo trapelare affetto e gratitudine. E di questo i catanzaresi ne sono totalmente consapevoli.