Le parole di Alessandro Favalli scuotono un ambiente e magari fungeranno da monito a molti. In un’epoca nella quale imperano i petroldollari degli emiri, in cui non esistono bandiere se non il proprio tornaconto e nel quale – detto senza molti fronzoli – vi sono club che operano secondo la teoria del “figli e figliastri”, un calciatore alza il dito, fa sentire la sua voce e dice basta.
L’ex calciatore del Catanzaro (e ormai “ex” Siena, ultimo club nel quale ha militato), si ritira dal calcio e tutto ciò all’età di trentun anni, con la prospettiva di poter proseguire qualche altra stagione. Ma quando mancano stimoli, motivazioni, allora non conta altro.
Favalli annuncia, di fatto, il suo addio al calcio giocato attraverso i propri account social, sciorinando le motivazioni che lo hanno spinto a prendere una decisione così drastica, senza nascondersi.
“13 anni di Professionismo! Si con la “P” maiuscola perché sono certo di aver dimostrato questo in tutti questi anni!
Impegno, Sacrificio, Umiltà e Serietà sono sempre stati, e continueranno ad esserlo, i miei valori principali – scrive -. Valori che mi sono stati trasmessi e che ho percepito fin da piccolo dalla mia splendida famiglia! Valori che purtroppo in questo mondo (calcio), stanno sempre di più diminuendo e contando sempre meno! Non mi piace per niente giudicare le mie annate e il mio lavoro sul campo, questo spetta dirlo a chi mi ha conosciuto e a chi mi ha visto giocare, ma posso dire di aver dato sempre tutto me stesso sia dentro che fuori dal campo, meritando sicuramente più di tanti altri, un posto ancora! Quei “tanti altri” che trovano solamente perché “Under” (forse 1 o 2 su 10 merita), o perché magari di buona famiglia o ancora raccomandati da altri. Perché è il sistema che lo permette e che dice che tocca a loro risollevare il calcio in Italia!) si andrà sempre peggio con gli anni. Mettici poi che incroci per sfortuna “presidenti” (parolona) che manco si sa come possano diventare tali, certi “allenatori” finti e umanamente pari a zero, e alcuni dirigenti (non tutti fortunatamente) incompetenti ed eccoci qua!
A dire Basta!
a quello per cui ho sacrificato tanto sin da piccolo!
a quello che credevo fosse il sogno più bello del mondo!
a quello che era la mia vita!
Non ci credo più!
Mi piange il cuore e mi viene il magone perché so che avrei potuto dare ancora tanto per altri anni, continuare a provare ad essere un sano esempio per i più piccoli, per i giovani alle prime esperienze, per la gente che mi seguiva, ma probabilmente non tutti la pensano così, quindi mi tiro indietro!
Continuerò a giocare? Sì, magari con gli amici, o in categorie inferiori vicino a casa solo per il gusto del divertimento!
Ho capito che la cosa più bella e importante è la famiglia, i figli e voglio dare sicurezza e serenità a loro!
Quella sicurezza e serenità che il calcio di ora, non ti può dare!
Spero di aver lasciato comunque qualcosa di buono, della mia persona e del mio modo di fare a tutti quelli che mi hanno conosciuto e condiviso con me questa passione!”.