Paolo Morganti, primo tassello inserito dal sodalizio di Via Gioacchino da Fiore, segna il punto di (ri)partenza nel percorso di crescita intrapreso dal Catanzaro Calcio.
Assorbita la doccia gelata della vicenda Vivarini (e Magalini ancor prima), il presidente Floriano Noto, del resto, lo aveva accennato in occasione del “Premio Nicola Ceravolo” (LEGGI QUI), affermando come le idee per la programmazione della prossima stagione fossero già molto chiare.
Il Catanzaro sta ricomponendo l’organigramma e già la prima casella è stata riempita con l’ingaggio di Morganti. Entro qualche qualche ora la dirigenza giallorossa dovrà sciogliere le riserve sulle figure del direttore sportivo e del tecnico, che potrebbero essere annunciate quasi contestualmente.
Riguardo il successore di Magalini, tra i profili vagliati, nelle ultime ore sembra siano incrementate le quotazioni di Ciro Polito, ex ds di Juve Stabia e Bari, ma attenzione perché resistono le candidature di Vaira e Romairone.
Questione allenatore. Inutile nascondersi: Alberto Aquilani metterebbe d’accordo probabilmente un po’ tutti, visto il gioco che il suo Pisa ha espresso nella stagione appena conclusa, in piena coerenza con l’impostazione dei giallorossi. L’ex centrocampista del Liverpool potrebbe essere il profilo giusto per dare continuità al progetto tecnico delle Aquile, mantenendo quel gioco propositivo che ha portato risultati sui Tre Colli.
Depennati alcuni nomi (che hanno appena trovato sistemazione), oltre al giovane tecnico romano tra le ipotesi vi è quella che condurrebbe, in alternativa, a Massimo Brambilla, reduce dalla Juventus Under 23 con cui non vi è stato rinnovo.
Altre sorprese non possono essere assolutamente escluse e, siamo certi, la decisione dell’allenatore sarà condizionata e condivisa anche in relazione alla figura del nuovo ds giallorosso.
Ad esporsi mediaticamente – ma su altri binari – ancora il presidente Noto, intervenuto nell’ambito del convegno indetto dall’Ordine degli Architetti di Catanzaro dal titolo “Lo stadio, fenomeno urbano ed opera di architettura”, in corso al Palazzo della Provincia.
Nulla di inerente a questioni tecniche come quelle sopracitate, ma l’occasione per reiterare un pensiero più volte esplicitato dal patron dell’US: l’importanza di un impianto fuori città, soprattutto sul piano logistico. “Le mie idee restano tali. Per me l’ideale sarebbe uno stadio fuori città, con spazi e parcheggi – ribadisce Noto, ai microfoni -. Il costo per perfezionare eventualmente la viabilità o realizzare un parcheggio multipiano non compenserebbe sicuramente la spesa per farlo nell’area ‘cintura’ della città”.
“Ciò darebbe maggiore respiro, un bacino d’utenza molto più ampio, specie per chi viene dalla provincia – osserva il presidente dell’US -. Tuttavia, si tratta di una scelta di natura politica, non siamo noi gli attori principali”, sottolinea Noto, lanciando l’assist agli organi preposti.
