Non si era mai sottratto dal citare il Sudtirol come modello virtuoso, Vincenzo Vivarini. Fin dall’immediato post-Salerno (e a campionato ancora in corso), il tecnico giallorosso aveva citato il club altoatesino come esempio da seguire, in quanto neopromossa terribile. Un campionato chiuso al sesto posto, con sessanta punti ed una semifinale playoff, rappresentano per i tirolesi un traguardo meritevole di elogi da parte degli addetti ai lavori. Ed il Catanzaro, in questo avvio di stagione, sta pian piano dimostrando di poter dire la sua: l’obiettivo resta indiscutibilmente la salvezza – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – ma ben vengano altre soddisfazioni a contorno, per le Aquile, come la vittoria a Marassi.
Domani, ad attendere l’US una squadra “totalmente differente dalla Sampdoria”, le cui qualità, ormai, non sorprendono più: “Il Sudtirol non era una sorpresa neanche l’anno scorso – puntualizza, da subito, Vivarini -. Si tratta di una squadra con individualità di grande spessore fisico, atletico e tattico e con tali requisiti i risultati arrivano”.
“Quest’anno si stanno riconfermando – aggiunge – avendo preso dal mercato giocatori adeguati e dopo aver inserito quei ragazzi che l’anno prima avevano meno spazio. Il loro progetto tattico è ben delineato, sono una bella realtà della Serie B“, sostiene il mister, che ritrova Pompetti ma dovrebbe fare a meno di Krastev alle prese con un attacco influenzale, oltre al lungodegente Situm
“Progetto tattico ben delineato“, dice Vivarini, proseguendo ai microfoni nella disamina dell’avversario, che ha conosciuto la prima sconfitta in campionato, maturata nel finale: “Hanno perso immeritatamente – osserva il trainer abruzzese -. Loro si difendono veramente bene, concedono pochissimi spazi, in fase di possesso lavorano con semplicità ma grande efficacia. Noi, quindi, dobbiamo avere la capacità almeno di ‘pareggiare’ la loro cattiveria e determinazione, mettendo in campo le nostre qualità”.
Verosimilmente, anche il Catanzaro non ha mai sconfessato il proprio “credo”, sostenuto tra l’altro da un organico ampio, con elementi complementari. Fattore che si è reso indispensabile lo scorso anno, nella vittoria del torneo: “La nostra idea, fin dalla stagione scorsa, non prevede ‘undici titolari’, ma una rosa intera all’altezza della situazione – ribadisce Vivarini -. Ciò ci consente di modificare le cose in relazione al momento, allo stato mentale dei giocatori e alle caratteristiche dell’avversario. Allora dovremo avere la capacità di trasformarci, ma l’importante è che la squadra sia sempre sul pezzo”.
L’obiettivo, allora, sarebbe quello di centrare un altro risultato positivo, che consentirebbe di arrivare alla sosta (il prossimo weekend) con una condizione mentale eccellente.