“Vivarini mi ha regalato una seconda giovinezza”: Iemmello, parole da capitano

pietro iemmello poligiovino

Occorrono l’esperienza e il carisma di un capitano per commentare una sconfitta e suonare la carica per ripartire. A maggior ragione se a prendere parola è un figlio di questa terra che conosce la piazza nelle sue tradizioni, nei suoi pregi ma anche nei suoi difetti. Nulla su cui rimuginare troppo, perché in un percorso un inciampo può verificarsi: l’importante è averne consapevolezza, con serenità, dopo aver dato tutto.

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Il Catanzaro è uscito dal “Sinigaglia” riconoscendo l’onore delle armi ad un Como che, per lunghi tratti, è stato superiore, al di là degli episodi: per questo motivo gli uomini di Vivarini hanno poco di cui rammaricarsi. A fare il punto della situazione ai microfoni del Poligiovino, una volta ultimato l’allenamento, colui che, evidentemente, è l’uomo più rappresentativo delle Aquile: Pietro Iemmello.

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Le sue sensazioni, il ritorno in B con la fascia da capitano della squadra del cuore, le aspettative: c’è tutto, nelle parole di Pietro. “Siamo andati oltre le aspettative degli addetti ai lavori, trovandoci lì in alto, con ventuno punti. Penso che nessuno lo avrebbe immaginato, all’inizio – ammette -. Io sono sempre quel calciatore che arrivò a gennaio 2022, con le stesse emozioni, la stessa adrenalina di quando indossai la maglia per la prima volta. Vivo tutto ciò con l’orgoglio e la responsabilità di sempre, osserva il numero 9 delle Aquile, senza celare il rammarico di un inizio di stagione condizionato dagli infortuni, fin dal ritiro.

Responsabilità, appunto: “Un capitano deve dare l’esempio – dice Iemmello -. Contrariamente a quanto dice l’età, io mi considero giovane! A parte il ruolo in campo, il mio compito è dare una mano a far crescere i ragazzi, i quali sono forti sebbene non siano ancora calati al 100% nel contesto della squadra, ma sicuramente non è colpa loro. Il processo di crescita è graduale, avranno tempo per dimostrare le loro qualità, perciò noi ‘grandi’ dobbiamo aiutare affinché possano esplodere e arrivare anche in Serie A”. 

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Sì, è il caso che lo “Zar” faccia riferimento ad una seconda “giovinezza”, perché Catanzaro e Vivarini sono stati per lui l’imperdibile occasione di rilancio della sua carriera: De Zerbi è stato il primo allenatore ad incidere nel mio percorso, ma Vivarini mi ha fatto rivivere una seconda giovinezza, come se iniziassi a giocare a calcio, dall’inizio – rivela -. Il mister mi ha dato fiducia, non posso che ringraziarlo. La città, del resto, deve essere grata a questo allenatore ed al suo staff per aver dato una mentalità, un’identità che mancavano da anni a Catanzaro”.

A proposito della città, la passione è un elemento rinvigorito da un anno a questa parte: “Ovunque vi sono bandiere, i bambini per strada indossano la maglia del Catanzaro – sottolinea -. Tutto ciò è accaduto dall’arrivo di Vivarini. Quando arrivai qui, una volta dissi che il mio sogno era rivivere lo stesso clima, allo stadio, dell’annata di Braglia. A Genova, ad esempio, avrei voluto vivere l’entusiasmo dagli spalti!“. 

Senza crucciarsi troppo dell’astinenza da gol al “Ceravolo” (“mi manca segnare in casa, ma se potessi scegliere di raggiungere gli obiettivi senza i miei gol ‘firmerei’ subito!”, scherza), l’attaccante catanzarese estende la sua riflessione al campionato, nella sua entità: “L’ultima volta che giocai in B fu con la maglia del Frosinone. Oggi ritrovo sempre il solito campionato, per certi versi più complicato della Serie A, molto ‘fisico’ – sostiene -. Tutti possono vincere con tutti, ci saranno squadre che nel girone di ritorno emergeranno per valori e individualità. Il nostro segreto è alimentare l’entusiasmo e continuare a lavorare tatticamente, facendo meglio, pensando intanto alla salvezza. Verso marzo tireremo le somme”. 

“Da par nostro, abbiamo cambiato qualcosina sotto l’aspetto tattico, vi sono squadre che hanno il coraggio di fare come il Como, che è venuto a prenderci ‘uomo contro uomo’ – aggiunge – ma noi ci alleniamo proprio su questo, per superare le pressioni e far male. Anzi, dobbiamo sperare che ciò avvenga“. 

 

Inevitabile un pensiero sul Modena, avversario sabato pomeriggio, reduce da due vittorie consecutive dopo il pareggio di Bari, che restituiscono una squadra in salute e in fiducia. “Il Modena è una squadra ‘pratica’, costruita per puntare in alto – dice – e verrà qui per fare sicuramente la partita. Però noi giochiamo in casa e abbiamo voglia di dimenticare subito la sconfitta“.

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